Dal boom al tilt: il pazzo anno della bici Lorenzo Franzetti 30 novembre 2020 BLOG, Dalla Bottega, In primo piano Dal boom della bici, al tilt delle aziende. Un anno pazzesco: cosa è accaduto e sta accadendo nel mercato italiano (e mondiale) della bici è un fenomeno mai visto. Nemmeno negli anni dell’austerity e della crisi petrolifera (anni 70), si è registrato un interesse così forte per la bicicletta. Dopo i mesi di lockdown primaverile, i negozi (e anche la nostra bottega) sono stati letteralmente presi d’assalto da centinaia di persone. La coda fuori, anche piuttosto lunga, per acquistare una bicicletta, non l’avevamo mai avuta prima. A dare impulso alla “voglia di bici” in Italia è stato solo in parte il bonus bicicletta ideato del governo: il boom lo si è registrato in tutta Europa e anche noi, che non siamo in una città di 50.000 abitanti (che dava diritto al bonus), abbiamo avuto un’affluenza di clienti senza precedenti. La forte domanda ha presto messo in crisi il settore: i mesi di lockdown hanno proiettato le aziende in alta stagione, con disponibilità a magazzino piuttosto limitate. Il mondo si è fermato e di conseguenza si sono interrotti anche i collegamenti con l’Asia, dove si trova la gran parte della produzione non solo di bici, ma anche di telai, componenti, accessori. La produzione mondiale di biciclette, sotto pressione per la forte domanda, si è trovata come strozzata, come intasata in un “collo di bottiglia”. Il problema ha investito dapprima i produttori di bici e, in un secondo momento, i produttori di componenti, Shimano e Sram in primis. La situazione internazionale, che non ha risparmiato chiusure temporanee ovunque, ha rallentato moltissimo la ripresa: di conseguenza, le aziende sono ora in forte difficoltà a far fronte a una domanda che tocca incrementi anche del 50%. Mancano le biciclette, insomma, e mancano soprattutto i componenti per finire di assemblarle. Noi in Bottega abbiamo fortunatamente retto bene l’impatto di questa stagione record: da sempre, abbiamo una linea artigianale nostra e collaborazioni con piccoli produttori italiani che ci consente di avere una buona disponibilità di biciclette a magazzino. Ora, però, la crisi di Shimano e dei suoi concorrenti metterà in grossa difficoltà anche loro, nei prossimi mesi. Per un’azienda che fa un ordine oggi a Shimano, la consegna viene garantita nel 2022: se si considera che quasi sempre viene richiesto (per questi lotti importanti) il pagamento anticipato, molte aziende si trovano in ulteriore difficoltà. I grandi marchi, oggi, si ritrovano con tempi di consegna (e di conseguenza di attesa dei clienti) lunghissimi, anche di molti mesi. Cosa deve insegnare tutto questo? Il settore della bicicletta è molto piccolo, è praticamente un oligopolio. Il sistema e il business vengono retti da poche grandi aziende. Queste aziende, negli ultimi anni, sono sempre state ossessionate dagli utili e sono in grado di condizionare pesantemente il mercato: si veda per esempio, cosa sta accadendo con l’avvento dei freni a disco nel settore delle biciclette da corsa, oppure cosa si è verificato con l’avvento delle 29” nelle mountain bike. Se un giorno, come è accaduto, Shimano, Sram Giant e Specialized decidono che le biciclette da corsa con i freni a disco sono meglio per tutti, il resto del mercato si deve adeguare. Ci sono troppe cose non chiare, in questo stop della produzione: evidentemente ci sono aspetti che non erano stati previsti, oppure a qualcuno fa gioco che vadano così. Lavoriamo con un oligopolio globalizzato, che ha spazzato via le tante, tantissime piccole realtà artigiane che esistevano per esempio anche in Italia. La lezione di quest’anno verrà imparata? Essere troppo dipendenti dalla produzione asiatica, ora è un limite enorme per un settore che, in Italia, aveva decina di piccole aziende meccaniche che, fino ad alcuni anni fa, producevano componentistica alternativa ai grossi nomi che hanno ormai delocalizzato la produzione lontano dall’Italia. Cosa accadrà in Bottega nel 2021? Siamo dealer di alcuni marchi, come Olympia e Cinelli, che purtroppo subiscono questa situazione, con tempi di consegna molto lunghi e disponibilità limitate. Ce ne sono altri, come per esempio Apache (per le ebike) e Megamo che hanno tempistiche più accettabili. E poi ci sarà la nostra produzione artigianale che, da oggi in avanti, sarà incrementata. I grossi cambiamenti del mercato ci impongono profonde riflessioni e ripensamenti anche del nostro futuro: non vogliamo rinunciare al nostro modo di pensare, costruire, vendere i nostri prodotti. A misura d’uomo, mai “schiavi” della globalizzazione e di un’unica idea di bicicletta, come impongono i giganti del mercato. La bicicletta tradizionale resta la più geniale invenzione del nostro tempo: in grado di rendere migliore la vita delle persone. Oggi più che mai. Lascia un Commento Annulla la risposta You must be logged in to post a comment.